Su un terreno sabbioso-limoso le uve lambrusche trovano la loro casa migliore, e questo è il punto di partenza di Terrevive.
Una cantina che sfrutta le potenzialità delle quattro stagioni, dell’agricoltura rigenerativa e che porta in cantina solo uve sane e vive: l’idea è quella di non adottare alcun intervento e dare ai vini la possibilità di esprimere la complessità agricola.
Sul sito troverai una frase manifesto molto identificativa: “L’enologo è come il medico di base: siamo tutti contenti che ci sia, ma lo chiamiamo raramente”.
Qui le bottiglie non sono figlie di una tecnica ma di un sistema vivente che va in profondità e celebra l’espressività naturale.
Anche l’estetica vuole la sua parte: dal 2019 - con l’idea di spogliare la bottiglia di tutte le scritte - Terrevive ha assegnato le grafiche delle etichette a nove artisti.
Ognuno di loro ha ricevuto la bottiglia nuda e cruda, e ha disegnato basandosi esclusivamente sull’assaggio.