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Il Moscato d’Asti Canelli, a breve semplicemente Canelli DOCG, è la punta di diamante dell’universo moscatista, prodotto esclusivamente nei comuni e vigneti più vocati. La produzione di questa briosa e fragrante essenza piemontese è più che altro questione di equilibrio e attenzione al dettaglio, e Ignazio Giovine padroneggia il processo come pochi altri. Raccolta manuale dell’uva, pressatura soffice, conservazione del mosto a freddo, fermentazione e presa di spuma in autoclave che può durare fino a 30 giorni. Segue filtrazione e imbottigliamento isobarico.
Note gustative
Un Moscato d’Asti Canelli da manuale che gioca su freschezza, equilibrio e finezza aromatica. Il naso incanta con deliziose note floreali, d’agrumi, muschio e salvia. La spuma è delicata e cremosa, la dolcezza ben equilibrata dall’acidità, la chiusura succosa e pulita.
La famiglia di Ignazio Giovine si trova a Canelli dalla fine del 17° secolo, zona da sempre considerata la migliore per la produzione del Moscato d’Asti. Nel 1988, forte dei suoi studi alla scuola enologica di Alba, decide di avviare la sua nuova azienda vinicola basandosi sugli antichi vigneti di famiglia e sulla loro secolare esperienza e la chiama L’Armangia - “rivincita”, in piemontese: la sua sfida, nobile, verace, territoriale, è quella di riportare la fama di Canelli alla pari di altre città del vino. Con la moglie Giuliana oggi gestisce direttamente più di 10 ettari di vigneto tra Canelli, Moasca, San Marzano Oliveto e Castel Boglione senza ricorrere a consulenze esterne, per regalare ai vini il carattere e le peculiarità esatte che lui stesso si era immaginato.
